[rubrica a cura di Ivana Mulatero, ideatrice e curatrice della rassegna CuneoVualà]
Un reportage lungo giornate intere “autor de ma chambre”, come ci insegna l’ormai pluricitato Xavier de Maistre. Molte sono le pagine, quelle che Francesca Starrabba dedica ai giorni di confinamento in casa. Ne proponiamo un paio. La prima, un angolo dello studio dove spicca una fragranza di luce che rende variopinta ogni cosa. Notate i dorsini dei libri negli scaffali della libreria, colorati come i tasti di un pianoforte impazzito che ha trasgredito il rigoroso black&white. Al centro della scena campeggia il tavolo rotondo, piano di lavoro e di connessione con il mondo.
Antiche valigie di cuoio, le preferite per una carnettista come Francesca Starrabba, dove poter riporre le carte, arrotolate come antiche pergamene, dove custodire dispacci e taccuini che serbano memoria di un incontro con il pennino o il pennello. Se prima lo sguardo spaziava per l’intera stanza, sorvolava in circolo ciò che circondava il tavolo rotondo, ora l’osservazione s’è fatta molto vicina, quasi a dimensione di valigia, anzi, alcune impilate a torre sovrastano il punto di vista che si misura per stare dentro agli oggetti. Le storie si svelano continuamente intorno a noi – sembra dirci Francesca – se siamo abbastanza sensibili da individuarle.
