[rubrica a cura di Ivana Mulatero, ideatrice e curatrice della rassegna CuneoVualà]
Walter Tesio ci racconta con parole semplici e tavole ad acquerello, un tempo sospeso. Non è propriamente un carnet, perché le figure e i testi s’incontrano per la prima volta su questo display, una pagina virtuale da sfogliare con le narrazioni imbastite proprio per noi e per la Fondazione Peano che le ospita, in attesa di una prossima edizione di CuneoVualà in cui nuovamente incontrarsi per disegnare e sketchare insieme.
“Sessanta sono i giorni passati in casa – li ha contati Tesio – in attesa di tempi migliori, nel rispetto di coloro che a casa non hanno potuto stare ma che hanno lavorato per noi, per la nostra salute, per la nostra sopravvivenza. Ho cominciato a dipingere i fiori che avevo in casa: un tulipano sfiorito…
…orchidee nel pieno della giovinezza…
…e tre rose che rappresentavano la vita.
Poi ho iniziato a sognare di essere altrove, nella mia bella Finale Ligure, che adoro d’estate come d’inverno. La mia mano ed i miei pennelli hanno cominciato a distribuire sulla carta le immagini di quei luoghi. Sono approdato verso il porto,
ho sognato in bianco e nero in direzione di Capo San Donato,
in regata ho intravisto la baia di Finale, sotto la Capra Zoppa,
ho sentito il vento su un prato secco sopra Noli,
ho alzato la testa verso l’arco della piazza principale di Finale,
guardando poi Castel San Giovanni, al di là dei chiostri di Santa Caterina a Finalborgo,
ritornando sul cammino dietro la basilica di S. Giovanni Battista. E tutto quel tempo mi è sembrato più leggero”.