I 150 anni dell’impressionismo
In occasione dei 150 anni dell’Impressionismo anche Cuneo intende proporre il dovuto omaggio a questo movimento artistico che, dopo un inizio polemico, ha conquistato pubblico e critica. Tre relatori si alterneranno per illustrare alcuni aspetti originali del movimento in relazione anche con il nostro territorio culturale.
Gli incontri si svolgeranno il giovedì 21 e 28 novembre e il giovedì 5 dicembre presso il Museo Casa Galimberti alle ore 17,30. Entrata libera.
Giovedì 21 novembre 17h30
Casa Museo Galimberti
La Senna culla dell’Impressionismo
Manuela Vico
Introdurre l’Impressionismo vuol dire innanzi tutto andare contro a delle idee comuni ormai radicate. La parola “Impressionismo” evoca in genere un movimento coeso composto da artisti che condividono la stessa visione. Ora, come vedremo, non è questo precisamente il caso, anzi scopriremo addirittura dei pittori che disconosceranno la propria appartenenza al movimento e lo stesso Monet dirà alla fine della sua prestigiosa carriera “je reste désolé d’avoir été la cause du nom donné à un groupe dont la plupart n’avaient rien d’impressionniste.”
Ma per ritornare al tema dell’incontro, un aspetto non secondario dell’Impressionismo, è la sua nascita in un territorio geografico ben circoscritto lungo i bordi della Senna a monte e a valle di Parigi. Questo posizionamento preciso farà della Senna la protagonista indiscussa di centinaia di opere. Nascono così dei luoghi mitici di incontro, famosa è la veduta dell’isola della Grenouillère dipinta da Monet e da Renoir, quasi dalla stessa prospettiva.
Alcuni pittori, per meglio captare le vibrazioni della luce sull’acqua, si costituirono dagli atelier direttamente su piccole imbarcazioni solcando le acque della Senna.
Infine ricordiamo che sempre Monet, nelle sue diverse abitazioni, si spostò man mano lungo la Senna per approdare infine, nella sua ultima dimora, a Giverny, sulle sponde dell’Epte, affluente stesso della Senna.
Giovedì 28 novembre 17h30
Casa Museo Galimberti
Dal plein air impressionista al carnet de voyage
Ivana Mulatero
La pittura «all’aria aperta» (en plein air) e i temi contemporanei sono alla base del grande successo dell’Impressionismo che ha visto la luce in uno studio fotografico parigino nel 1874. Perché, a distanza di così tanti anni, il movimento impressionista continua a regalarci stupore e incanto? Tante le ragioni, fra queste che si andranno ad esplorare e a riconoscere, la capacità di mostrare cose semplici: le spiagge e il mare, le ninfee in uno stagno, una gazza sullo steccato coperto di neve. Oppure persone che ballano, che si divertono su un’altalena, o ancora che pranzano dopo aver fatto un bel giro in barca. Una pittura che coglie l’attimo non solo con qualche pennellata ma anche con una semplice matita su un taccuino come accade nella forma d’arte sempre attuale del carnet de voyage. L’incontro prenderà in esame le opere più conosciute dei grandi artisti impressionisti e anche i disegni, osservandole da una diversa prospettiva e a partire da alcune domande “impertinenti” sulle piccole e grandi storie e sui dettagli poco conosciuti che permetteranno di entrare con empatia nel mondo dell’arte.
Giovedì 5 dicembre 17h30
Casa Museo Galimberti
Matteo Olivero a Parigi e l’ambiente degli impressionisti
Alessandro Abrate
Matteo Olivero (Pratorotondo, 1879 – Saluzzo, 1932), pittore piemontese, nel 1900, con una borsa di studio della torinese Accademia Albertina visita a Parigi l’Esposizione Universale e rimane colpito dal fermento culturale della Ville Lumiere. A Parigi tornerà e avrà modo di conoscere e frequentare alcuni personaggi legati all’Impressionismo e, più in generale, alla vita artistica della capitale francese. Tra questi Emile Zola, Medardo Rosso, Charles Morice, oltre a giornalisti, pittori e mercanti d’arte che apprezzano il talento artistico del giovane piemontese. L’atteggiamento di Olivero nei confronti della pittura impressionista è sì di ammirazione ma insieme di critica, tant’è che egli preferisce accostarsi ad un movimento artistico che promuove “un nouvel ordre classique”: una sorta di reazione alla ‘macchia’ impressionista. Miche Berra, giornalista e critico d’arte cuneese, nel 1953, sulla rivista Cuneo Provincia Granda, scrive un interessante articolo su Matteo Olivero e sui suoi rapporti con la contemporanea pittura francese, un approfondimento di un preciso contesto culturale in cui alcuni passaggi sono, oggi, da meglio definire e puntualizzare.
Gli appuntamenti, promossi dal Comune di Cuneo e organizzati da Alliance Française Cuneo in collaborazione con Fondazione Peano e Museo Mallè, sono ad ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento posti disponibili.