Sabato 21 settembre si è svolta la premiazione dei vincitori della 23° edizione del Concorso Scultura da Vivere dedicato agli studenti delle Accademie di Belle Arti italiane e straniere.
La giuria, composta da Cristina Clerico – Assessore del Comune di Cuneo con delega alla Cultura, Elma Schena – Consigliere Generale della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Vanna Pescatori – Giornalista de La Stampa Cuneo, Ivana Mulatero – Curatrice del Museo Civico Luigi Mallè ed Ezio Ingaramo, Vicepresidente della Fondazione Peano aveva individuato la rosa di tre finalisti il cui ordine di arrivo è stato reso noto solo in occasione della premiazione stessa.
Vince il concorso, Barbara Stievano dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia con il bozzetto “Siamo al dolce?”, secondo classificato Raffaele De Maria dell’Accademia di Carrara con “Speranza nel mondo” e terzo Antonio Salzano dell’Accademia di Napoli con “3020 d.C.”.
Per la 23° edizione del concorso che ha inteso nello specifico far leva sui propositi e sulle sensibilità espressive delle nuove generazioni di artisti scaturiti dai temi del bando quali le emergenze climatiche, energetiche e ambientali del pianeta Terra, la commissione giudicatrice sceglie il bozzetto di Barbara Stievano perché rimanda a un duplice ordine di problemi.
Risponde a un basilare e istintuale bisogno di consumo. Il consumo di un dessert, come potrebbe far supporre sia il titolo ingannevole e sia la veste formale con cui si presenta la proposta, o il consumo delle risorse del pianeta, attinente al tema del bando. Il bozzetto esprime compiutamente l’azione ingorda dell’uomo perpetrata ai danni dell’ambiente, con l’alibi di un progresso inarrestabile che ha giustificato decenni di uso smodato di uno degli elementi più inquinanti per il pianeta: la plastica. Il candido e innocuo cucchiaino che pare affondare in una sostanza morbida e fondente come la cioccolata, cortocircuita la percezione esperienziale dei concetti di “buono” e di “gustoso” ai danni di una inaffidabile e perversa lettura visiva della forma. Non si tratta, infatti, di una fetta di torta Sacher ma di un masso poroso di tufo rivestito da polietilene stirato a caldo sulla pietra, vale a dire da frammenti di sacchi di plastica nera per la raccolta indifferenziata delle immondizie, un materiale che rende indigesto qualunque preteso boccone ma, soprattutto, annienta il fragile ecosistema. Nel punto interrogativo del titolo dell’opera risiede, infine, l’ambivalenza del senso dell’oggetto, ottimo esercizio di riflessione dei visitatori nello spazio futuro di collocazione dell’opera. Nel domandarsi se è buono o è cattivo, s’insinuerà la voglia di approfondire e di mettere in discussione quello che a volte ci viene servito come “porzione di lettura” della realtà.
Ora la studentessa ha un anno per realizzare l’opera che verrà collocata, come sempre, in un’area verde della città di Cuneo, proprio come è stato fatto, sempre lo scorso 21 settembre con l’opera Pixellosia realizzata da Carlo Di Stefano, dell’Accademia di Belle Arti di Catania, a seguito della vittoria dello scorso anno. La scultura, dedicata ai 150° dalla fondazione del quotidiano La Stampa è stata installata all’interno dei giardini di Via Carolina Invernizio accanto al Santuario degli Angeli.