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PARERGON – mostra antologica di Mario Mondino a cura di Enrico Perotto

PARERGON

mostra personale antologica di Mario Mondino

a cura di Enrico Perotto

INAUGURAZIONE VENERDì 13 SETTEMBRE – ore 18

dal 13 settembre al 13 ottobre 2024

dal giovedì alla domenica ore 16-19

Ingresso libero e gratuito

Fondazione Peano è lieta di annunciare la riapertura della stagione espositiva 2024 con l’inaugurazione – venerdì 13 settembre alle 18 – di una personale antologica di Mario Mondino che propone una ricca selezione di dipinti e corpi plastici che, oltre alle sale, andranno ad “invadere” anche il giardino accogliendo il visitatore già dai primi passi all’interno della storica sede di corso Francia 47 a Cuneo.

Il titolo della mostra curata da Enrico Perotto PARERGON, ovvero “ornamento”, preannuncia – oltre ai ben noti lavori scultorei che hanno caratterizzato la ricerca artistica della carriera di Mondino – una componente decorativa neogeometrica e neofloreale che caratterizza i lavori pittorici proposti nelle due sale.

Con la nuova mostra antologica di Mario Mondino, il pubblico potrà accostarsi a un cospicuo numero di lavori pittorici e scultorei più rivelativi del linguaggio espressivo dell’artista di origini morozzesi, entrando a contatto con il suo tipico fare scultura all’insegna di una poetica personale fondata sull’idea di recupero attualizzante del passato primordiale, incanalata in corpi plastici astratto-geometrici di dimensioni variabili, ora ovoidi o circolari, ora oblunghi o lanceolati, realizzati in terracotta, in legno di abete, castagno, ciliegio, larice e tiglio, in marmo, in ardesia, in onice, in acciaio (al nickel cromo) e con ritagli di specchi, per essere esposti o in spazi interni o in ambienti sia urbani che naturali.

Nei lavori scultorei di Mondino, tutto si propone in veste di memorie fascinose di archetipi della cultura materiale dell’uomo, in cui si rivela un indiscutibile desiderio di bellezza e al contempo un’esigenza di riflessione sui risvolti spirituali dell’esistenza umana. Ma ecco che, ad un’osservazione più attenta, proprio in quelle caratteristiche sculture di Mondino si ritrova una particolare propensione alla regolarità e alla ripetizione cadenzata dei singoli elementi modulari che compongono la perfetta geometria delle superfici. Ciò significa che il nostro artista è guidato da un preciso criterio compositivo che lascia trapelare, in tutta evidenza, la sua attrazione per gli intrecci ornamentali e la lucentezza metafisica dei materiali.

A ben vedere, Mondino concepisce le proprie azioni artistiche in nome di una nuova dimensione dell’arte, fondata sulla libertà e purezza ideativa del parergon, ovvero dell’”Ornamento”, che, come ha precisato Massimo Carboni in L’ornamentale. Un percorso filosofico tra arte e decorazione (Jaca Book, Milano 2021, p. 205), non soltanto “coincide” con il Bello, ma è il Bello stesso che si manifesta nella sua integrità, “elettivamente, essenzialmente”.

In particolar modo, quindi, i dipinti di Mondino, eseguiti ad acrilico, all’acquarello e a pastello, sono sorretti da un intrinseco sentimento di astrazione, attraverso il quale Mario trascrive i contenuti naturali o decorativi organizzandoli secondo una caratterizzazione schematica, dall’aspetto di aggregati lineari curvilinei, ispirati al mondo animale e vegetale, ma anche prelevati dai decori musivi di ambienti sacri come quelli ravennati di epoca bizantina o quelli giotteschi a Padova, improntati alla necessità di creare visioni iconiche (Roberto Baravalle le ha chiamate felicemente “laiche”) di pura invenzione ideale e dai colori policromi brillanti, originate da una precisa volontà d’arte, che persegue, come ha scritto ancora Carboni, “la leggerezza simmetrica” e “l’ebbrezza spirituale dell’Ornamento”.

E come ha indicato Cesare Botto nel suo scritto dedicato all’amico Mario e pubblicato nelle pagine del catalogo della mostra, ogni opera di Mondino si inscrive nell’”esercizio di una instancabile creatività, nel bisogno di dare sfogo a certe istanze, per dare un senso alla […] vita”.

 

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