mostrenews

Macchine del Tempo – anni ’80. Mostra personale di Cesare Botto a cura di Enrico Perotto

Inaugurazione: sabato 28 maggio, ore 17.30

Dal 28 maggio al 26 giugno 2022

dal giovedì alla domenica, ore 16-19

La stagione espositiva di Fondazione Peano continua con la mostra personale di Cesare Botto, a cura di Enrico Perotto, che inaugura sabato 28 maggio alle ore 17.30 presso gli spazi espositivi di Corso Francia 47 a Cuneo. Si tratta della seconda personale che la Fondazione dedica all’artista cuneese a quasi quindici anni dalla precedente “Il rosso e il nero” del 2007.

La mostra, intitolata “Macchine del Tempo – anni ‘80”, segue due precedenti esposizioni di Cesare Botto, intitolate anch’esse Macchine del Tempo e dedicate rispettivamente alle realizzazioni pittoriche degli anni Sessanta (ospitata nel 2011 alla Fondazione Casa Delfino di Cuneo e all’Art Gallery di Borgo San Dalmazzo, con prefazione in catalogo di Riccardo Cavallo) e a quella degli anni Settanta (presentata nel 2019 presso la sede del Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Cuneo e curata da Ida Isoardi).

Per il terzo capitolo della trilogia, l’artista e il curatore hanno selezionato una rassegna significativa di opere dipinte a olio e ad acrilico su tela, oltre che a tempera, a pastelli e acquerelli su carta, realizzate da Botto negli anni Ottanta del secolo scorso. Si tratta di opere astratte, i cui segmenti lineari scorrono nervosamente al disopra degli spazi bianchi dei supporti o si fondono con gli sprazzi trasparenti e armonizzati dei macchiati, che in questa fase ricorrono maggiormente, attraendo lo sguardo del fruitore grazie alla forza espressiva delle cromie, scelte in base alle loro gradazioni più variegate e coinvolgenti. Opere, in cui prevalgono gli accostamenti contrappuntistici dei toni primari e secondari più vivaci e si avverte una predilezione per l’estensione della gamma coloristica intermedia tra il chiaro e lo scuro, la luce e il buio, il giorno e la notte.

Cesare Botto nasce a Cuneo nel 1939. Inizia a dipingere negli anni ‘50 come autodidatta, traendo ispirazione dagli artisti storici, come Filia ed Ego Bianchi. Dopo uno stimolante periodo di studio dal 1958 al 1964 (Cuneo corso di Arti Decorative; Torino, Accademia Albertina e atelier Scroppo) sente l’urgenza di orientare la sua ricerca verso la pittura informale, abbandonando progressivamente la figurazione. Liberato dai retaggi del passato, affida la comunicazione del suo lavoro mediante una gestualità che esprime tutta la sua carica espressiva. Elabora cromie intarsiate, facendo ricorso al colore-segno-simbolo, ed emblemi allusivi in rapporto all’ambiente, alla materia, alla luce, entro spazi che accolgono e distribuiscono silenzi e dinamiche oltre i ritmi di un tempo non definibile. Nel 1959 vince il 1° premio “Augustus Minerva” e nel 1960 tiene la sua prima personale nella sua città e da allora non si è più fermato, organizzando mostre personali e collettive in Italia e all’estero, seguito da numerose firme della critica. Lontano da un atteggiamento ripetitivo e conformista, si dedica anche alla scultura, alla ceramica, alla grafica ottenendo numerosi pubblici riconoscimenti.

La mostra, accompagnata da catalogo con testi introduttivi di Ezio Ingaramo e Lucio Maria Morra e testo critico di Enrico Perotto, sarà visitabile dal giovedì alla domenica dalle 16 alle 19, fino al 26 giugno, ad ingresso libero e gratuito.

Cesare Botto, allestimento sala ipogea
Cesare Botto con Claudio Vigna, allestimento sala ipogea
Condividi su: