Mercoledì 13 dicembre si è svolta, online, la cerimonia di premiazione del 27° Concorso Scultura da Vivere, premio storico della Fondazione Peano di Cuneo dedicato agli studenti delle Accademie di Belle Arti.
Il tema per la ventisettesima edizione “LA TERRA – madre della biodiversità e del paesaggio” prendeva l’avvio da un anniversario. Quest’anno, infatti, cade il trentennale della nascita della Fondazione per volontà di Roberto Peano che ha posto la sua sede su una parte dei terreni della famiglia, dove il padre Giuseppe aveva svolto l’attività di vivaista, attività della quale è stata conservata memoria nel giardino museale della Fondazione in cui numerose opere artistiche dialogano con oltre 65 specie botaniche classificate. Proprio per ricordare questo legame della Fondazione con l’arte e con la terra, e della terra con la biodiversità, che si è pensato di riproporre per il Concorso Scultura il tema che era già stato del concorso del 2000 “La Terra” in una chiave rinnovata e attuale, intendendo la terra come generatrice del mondo vegetale e della sua biodiversità. La biodiversità vegetale non è solo tema fondamentale alla salvaguardia del nostro pianeta ma anche importante nella formazione del paesaggio naturale. E proprio il paesaggio, i grandi parchi e la loro conservazione è stato campo di studio e di azione accademica e professionale importante per Attilia Peano, presidente della Fondazione dopo Roberto fino alla sua scomparsa di cui quest’anno ricorre il decennale.
La commissione – composta da Cristina Clerico, Assessora alla Cultura del Comune di Cuneo; Ivana Mulatero, Curatrice del Museo Civico Luigi Mallé di Dronero; Cristina Saimandi, docente di discipline plastiche del Liceo Artistico Ego Bianchi di Cuneo; Manuela Vico, Direttrice Alliance Française di Cuneo ed Ezio Ingaramo, Vicepresidente della Fondazione Peano – ha stabilito innanzitutto i criteri di valutazione dei progetti arrivati e, sulla base di questi individuato poi i tre progetti da premiare.
In riferimento alla traccia formulata per introdurre la tematica del bando di concorso, la priorità iniziale di valutazione ha riguardato la pertinenza con il tema indicato, a cui hanno fatto seguito la modalità di inserimento nel contesto ambientale (urbano e/o paesaggistico), la soluzione ideativa e progettuale e la scelta espressiva mediante la forma e i materiali.
Il terzo premio è andato a Cecilia Damiani e Ilaria Pennoni, studentesse dell’Accademia di Belle Arti di Perugia seguite dal Prof. Nicola Renzi con il progetto DEPOSITI
Sul concetto basilare di riciclo, sull’enfatizzazione dei preziosi doni della Terra, e sul ritrovare una dimensione del tempo nei ritmi naturali e nel rispetto per le energie primarie, getta le radici il progetto “Depositi”. La commissione ha ritenuto la proposta una interessante e originale interpretazione sul basilare concetto del riuso, richiamando i preziosi doni della Terra e una ritrovata dimensione del tempo nei ritmi naturali e nel rispetto per le energie primarie. Il titolo stesso rimanda a un atto con cui si depone un oggetto in un luogo o lo si affida a una persona perché venga custodito e riconsegnato a un’eventuale richiesta o allo scadere di un termine prefisso. In questo specifico ambito l’elemento da custodire è l’olio d’oliva, alimento quotidiano, prodotto distintivo della cultura alimentare mediterranea. . In questo specifico ambito l’elemento da custodire è l’olio d’oliva, alimento quotidiano, prodotto distintivo della cultura alimentare mediterranea. L’opera pone l’accento sui mutamenti che intercorrono allorquando l’olio d’oliva è soggetto ad obsolescenza, vuoi per sbalzi di temperatura o lasciato inerte per troppo tempo, vuoi per l’esaurirsi del ciclo naturale. Le autrici indirizzano l’attenzione sulle forme e sui colori che intervengono in questa seconda vita dell’olio d’oliva, che diventa un fiore, una nuvola, un prato in un lago. Cambia a seconda delle stagioni, si lascia guardare nei suoi mutamenti attraverso una sequenza in verticale di barattoli per le conserve, impilati uno sull’altro a formare una torre cilindrica molto alta, simile a una ciminiera, emblema quest’ultima dello sfruttamento delle nostre limitate risorse. I “depositi” allusi nel titolo dell’opera, sono proprio i barattoli, molti dei quali mostrano il loro contenuto nella sua primaria evidenza e altri puramente colorati, ad attestare l’impatto che il cambiamento climatico sta avendo sulle colture dell’uomo, come l’olio d’oliva. Nel contempo, la “ciminiera” di barattoli si espone in quanto segno in vetro e ferro che ha abbondonato la funzionalità degli elementi a favore di una nuova bellezza e carica poetica. Proprio per questo, la commissione ha molto apprezzato la struttura simbolica e formale ma ha ritenuto le scelte progettuali riferite ad una collocazione della proposta in uno spazio pubblico, con la scelta dei vari elementi con i quali è assemblata l’opera, una problematica verso la fruizione in sicurezza.
Il secondo premio è andato a Anna Multone, studentessa dell’Accademia di Belle Arti di Carrara seguita dal Prof. Fabio Graziani, con il progetto ORTO DI ANNA
L’opera si segnala per essere idealmente un raccolto di nuove opportunità, competenze, valori e idee, frutto del connubio Arte – Natura, che da sempre ha determinato il fiorire di nuove sperimentazioni artistiche, qui rappresentato con “ORTO DI ANNA”. La commissione ha colto con interesse la proposta che rientra nel genere espressivo contemporaneo degli orti d’artista, ispirata al tema dello sviluppo ecologico sostenibile e basata su un atto performativo della semina e della coltivazione, intesa come cura e continuo sviluppo dei valori di condivisione e del legame con la Terra. L’opera si articola nella realizzazione di una serra la cui estensione in altezza è commisurata alle misure del corpo dell’autrice. Si tratta di una delimitazione di un’area personale ben precisa, racchiusa in una struttura di bambù e ricoperta da tessuto semi trasparente. All’interno sono posate a terra quattro casse in legno che stabiliscono l’organizzazione dell’orto, dentro le quali sono stati seminati determinati ortaggi accompagnati da piantine modellate su lamierino di rame e realizzate seguendo le conformazioni delle foglie della pianta del cavolo, del broccolo, dei pomodori, della zucca, e così via. In tal modo, la proposta tematizza il continuo sviluppo degli obiettivi personali, rappresentati dalla crescita degli ortaggi, reali e ricreati dalla mano dell’artista, contrassegnati con un’etichetta di carta per ogni tipo di pianta e per gli impegni prefissati. In tal modo l’”Orto di Anna” è uno spazio personale in cui ognuno coltiva e raccoglie i frutti delle proprie priorità. La commissione ha ritenuto che la cura e la manutenzione necessari per il continuo vivere dell’orto d’artista, in quanto elaborazione processuale, potesse rappresentare una problematica di ardua soluzione.
Vince il 27° Concorso Scultura da Vivere Alisia Atturio, studentessa dell’Accademia di Belle Arti di Catania seguita dal Prof. Riccardo Cristina, con il progetto DONNA E TERRA
La commissione ha ritenuto l’opera “DONNA E TERRA” vincitrice del 27° Concorso Scultura da Vivere” in quanto rappresenta in maniera sinteticamente eloquente il legame esistente tra due entità intese nei valori di assoluto – la Donna e la Terra – entrambe madri supreme della rinascita. È stato, altresì, apprezzato il nucleo germinativo dì idee da cui si è sviluppata la proposta, con l’interessante bozzetto grafico nel quale si coglie nella sua pienezza il senso dell’opera. Si tratta di un corpo femminile inarcato verso il cielo le cui estremità sono unite da un fascio di corde che, fuoriuscite dalla terra, si raggruppano al centro e attraversano il ventre, sul quale è posata una sfera irregolare avvolta e trattenuta dai molti “cordoni ombelicali”. La composizione, da un primigenio impeto maggiormente didascalico, è stata in seguito depurata e semplificata attraverso una sintesi degli elementi coinvolti, al fine di offrire un maggiore risalto al solo corpo modellato come un arco/ponte che unisce nella essenzialità formale ledue entità. L’accento al simbolismo della figura scolpita nel marmo e nella pietra bianca è dato, inoltre, dall’essere collocata direttamente a terra, in modo che il binomio dell’opera – Donna e Terra – possa agire nella sua completezza semantica e formale. Per quanto riguarda la realizzazione operativa dell’opera nella sua condizione ottimale, la commissione ritiene importante approfondire la scelta del materiale, ipotizzando la vetroresina e polvere di marmo come soluzione più sostenibile e di optare per una collocazione direttamente a terra, senza alcun basamento, all’interno di un’area erbosa che meglio esprima e completi il messaggio del legame/ponte tra “Donna e Terra”.
L’opera verrà realizzata e posta in area verde della città di Cuneo grazie alla collaborazione dell’amministrazione comunale che da sempre promuove la creazione di un parco scultoreo urbano e il contributo di Fondazione di CRT e Fondazione CRC che da sempre sostengono l’iniziativa.